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Estremisti animalisti prendono le distanze da estremisti animalisti: di nuovo

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Sui due più noti social network è ormai virale lo screenshoot di un recente stato facebook di Caterina Simonsen, in cui la ragazza invita apertamente i carcerati a suicidarsi, «che il mondo senza di loro sarebbe solo un posto migliore». Così ci si scandalizza degli animalisti che setacciano senza sosta il suo profilo (pubblico) in cerca di qualche neo da diffondere, tacciandoli di pedanteria e inutile moralismo. Sono in parte d’accordo, ma questa accusa mi pare essa stessa gravida di quel male che vorrebbe denunciare. Perché è così ovunque, sono le regole dell’esposizione mediatica. Tanto più che, come sempre accade, l’attenzione morbosa degli Italiani non è stata diretta sull’argomento sperimentazione animale in sé, quanto sull’aberrazione umana de «gli animalisti» (universale generico) che si sono accaniti contro la povera fanciulla innocente: la bella e la bestia, un classico sempreverde.
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e se l’offensiva contro il movimento antivivisezionista è stata condotta sulla squalificazione della persona dell’avversario (perché la fatwā ha investito tutti gli animalisti), di necessità la contromossa sarà pareggiata sullo stesso calibro. Triste, forse, quanto fisiologico: d’altronde, «gli animalisti» non hanno davvero grandi mezzi per difendersi dal poderoso colpo che questa volta è stato loro assestato. Sebbene non abbiano fatto altro che dissociarsi dalle parole degli aggressori, la narrazione dominante ha completamente passato sotto silenzio questi appelli, gettando piuttosto altra carne al fuoco: dopo Caterina è il turno di Lucia, malata di fibrosi cistica, respiratore e dito medio alzato racconta a Giornalettismo (testata non neutrale) le minacce ultimamente ricevute da «gli estremisti animalisti». Ma prendiamo un bel respiro, e usciamo da facebook: chi sono questi «estremisti animalisti» che compaiono tanto di frequente sulle pagine del quotidiano on-line? Così Giornalettismo chiama anche i cinque attivisti che il 20 aprile scorso hanno occupato il dipartimento di farmacologia della Statale di Milano; ebbene essi hanno un nome, e delle facce: sono nel Coordinamento Fermare Green Hill, che ha condannato senza esitazione alcuna le offese rivolte a Caterina. Oppure sono gli scellerati di Modena che hanno liberato quei tre visoni nei pressi di un fiume? Si possono trovare facilmente, operano tra Bologna e Milano: essereAnimali, prendono le distenze pure loro. Lo stesso fanno le grandi associazioni come la LAV, o i siti antispecisti come questo, Campagne per gli animali, Gallinae in fabula, Veganzetta. Etcetera, etcetera, e mi scuso con chi ho dimenticato: tantissimi. Persino i Centopercentoanimalisti, che in fondo all’interno del movimento sono degli emarginati (e mi auguro continuino ad essero), seppure nell’unico modo in cui ne sono capaci hanno rivendicato di non riconoscersi nel trattamento riservato a Caterina. A sentire i giornalisti, sono un’estremista animalista anch’io. Non ho insultato nessuno!



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