Il 10 maggio 2013, dopo la mia consueta doccia mensile, scopro, nella mia casella mail, un invito inaspettato: quello del direttore di Prometeus Magazine, testata che si occupa di fare comunicazione sulle biotecnologie e che ha seguito da molto vicino la vicenda dell’occupazione dello stabulario di Milano, il quale mi domanda se mi interesserebbe scrivere un contributo per il suo sito. Lo scopo, coraggioso e forse anche un po’ folle, è quello di tentare di instaurare un dialogo tra ricercatori e animalisti. Siccome Ederle è gentile e, nonostante la nostra divergenza di vedute sulla SA, pure incredibilmente imparziale, accetto volentieri.
Come d’accordo, butto giù un pezzo che possa fungere da introduzione alle più comuni forme di animalismo, e glielo invio. Mi contesta l’eccessiva lunghezza dello scritto e preferisce spezzarlo in due, ma per il resto è soddisfatto e lo pubblica così com’è, scegliendo il titolo di Animalista e animalista.
I lettori sembrano apprezzare, così la settimana successiva esce anche la seconda parte, rivista alla luce dei commenti che ho ricevuto: Distanze.
Nonostante qualche critica piuttosto accesa, mi stupisco – e mi compiaccio – dello squisito clima di cordialità in cui si svolge il tutto. Fino a che, ieri, leggo questo delirio:
¡Ay, caramba! Contatto immediatamente il direttore di Prometeus, facendo presente che, dovesse servire, potrei dimostrare in qualsiasi momento, documenti alla mano, che la disputa tra AVS e AVE non è un’invenzione mia per ingannare i lettori di Prometeus, ma una realtà ben nota a chiunque conosca un minimo l’ambiente animalista. In particolare, la rivista antispecista Liberazioni ha ospitato uno scontro storico tra Stefano Cagno, noto medico psichiatra AVS, e Massimo Filippi, neuroscienziato del San Raffaele di Milano, antispecista e convinto AVE, e lo stesso blog su cui scrivo, Asinus Novus, propone diversi interventi di AVE, come Leonardo Caffo, che criticano molto duramente l’AVS.
Attendo impazientemente risposta.
Arriva: “non gli darei troppo peso”.
Un mito.
