apparso su Asinus Novus
Dei dodici milioni di animali utilizzati ogni anno nella sola Unione Europa per la sperimentazione biomedica, solo qualche centinaio sopravvivono ai laboratori: in Italia, associazioni meritorie come La collina dei conigli e Vitadacani si occupano di dare in adozione questi sparuti superstiti, e prendersene cura. In particolare, La collina dei conigli è realtà molto apprezzata dagli stessi sperimentatori che lavorano in vivo, tanto che dal 21 settembre 2012 è iniziato un progetto di recupero di animali dall’Istituto Mario Negri di Milano, appoggiato dal dott. Giuliano Grignaschi di Pro-Test Italia. Il sito della Onlus è ben architettato e mette a disposizione informazioni preziose per chi fosse interessato a offrire una nuova vita alle cavie, elencando brevemente alcune condizioni che devono essere rispettate perché l’adozione vada a buon fine. Ad esempio:
I topi maschi sono adottabili solo singolarmente, in quanto estremamente aggressivi nei confronti degli altri maschi.
Anche su Vitadatopi.net, altro sito dedicato al recupero di animali da laboratorio, si legge:
IMPORTANTE: mai mettere topi maschi nella stessa gabbia, neppure se nati assieme. Possono diventare aggressivi e uccidersi tra loro. La probabilità che questo accada è molto alta, specie per quelli che arrivano dai laboratori (è praticamente certo che accada). Le femmine invece possono vivere tranquillamente assieme.
Si tratta di una circostanza davvero curiosa, dunque, che fra le accorate preoccupazioni espresse da Pro-Test Italia circa l’attuale condizione degli animali sottratti agli stabulari di Farmacologia figuri l’assillo per l’isolamento cui i roditori sono stati sottoposti. Forse i pro-testers non sono a conoscenza del fatto che tutti i topi che con la benedizione del dott. Grignaschi vengono affidati ai volontari de La collina dei conigli subiscono la stessa identica sorte? Le alternative sono la ghigliottina, la dislocazione cervicale o il soffocamento, quelle che avrebbero atteso i topi di Farmacologia dopo inoculazioni forzate di virus e altre simpatiche manipolazioni in laboratorio, e che lo stesso Grignaschi è disposto ove possibile a scongiurare.
Ma andiamo con ordine, e ripercorriamo la genesi dello “scoop” dei presunti maltrattamenti delle cavie, che ormai ha fatto il giro di tutto il mondo.
Innanzitutto a scovare le famigerate fotografie dei topi sistemati nel bagno di un’abitazione privata non è stata Pro-Test Italia, come si evince da un articolo comparso sul Corriere della Sera, ma MV della Resistenza Razionalista, che il 26 giugno le pubblica sulla pagina facebook A favore della sperimentazione animale accompagnate dalla seguente didascalia:
La nuova sistemazione dei topi “liberati” (rubati) dal dipartimento di farmacologia di Milano… adesso sì che stanno bene! Ammassati in centinaia in un cesso!
A parte ammassarli in centinaia in poche gabbiette, quel locale (un bagno!) non può rispettare le norme di tutela animale che invece rispettava lo stabulario, ad esempio non può essere rispettato il ciclo circadiano, ovvero le regolarità del periodo buio/luce: se la tizia deve andare in bagno nel cuore della notte, ovviamente accenderà la luce, e questa è una fonte di stress per i topi che i ricercatori stanno bene attenti ad evitare. Inoltre si pensi anche all’umidità dell’ambiente quando si fa la doccia! Tutta umidità che fa male ai topi!
E questa è soltanto una foto, ce ne sono altre (che ho già salvato) dove si vede chiaramente l’alta densità di topi per ogni gabbietta, nell’ordine di svariate decine. Le norme che disciplinano la tutela animale nei laboratori vietano il sovraffollamento in quanto fonte di stress ed i topi finiscono per mordersi a vicenda.
Questo è maltrattamento bello e buono! Questo è il modo in cui gli animalisti “salvano” gli animali!
Ribadisco: gli animalisti rappresentano la più grande sciagura degli animali! [MV]PS: la foto è stata pubblicata l’11 Giugno, i topi sono stati portati via dall’università il 20 Aprile, pertanto si può desumere che questa sia la loro sistemazione da circa 2 mesi.
Giulia Carlini, proprietaria del “cesso” incriminato, interviene nella discussione per chiarire che nel frattempo i topi sono stati dati in adozione e che il bagno in cui sono stati sistemati solo momentaneamente è rimasto per quel breve lasso di tempo totalmente inutilizzato, ma viene bannata seduta stante dallo stesso MV, che la priva di fatto della possibilità di spiegarsi.
Intanto, in barba alla serietà deontologica, la “notizia” viene ripresa pressoché identica al resoconto fornito da MV su Giornalettismo e, in forma più cauta, su Nature; di qui verrà diffusa sull’Ansa e su un altro paio di quotidiani nazionali. Giulia, che non può più commentare sulla pagina, scrive una nota e la invia alle due testate perché prendano in considerazione anche la sua versione dei fatti (Giornalettismo la riproporrà tutta intera, e Nature inserirà una postilla in cui viene specificato che si è trattato di una sistemazione provvisoria):
Credo tutti abbiano visto le immagini dei topini che ho ospitato a casa mia, prese e strumentalizzate dai sostenitori della vivisezione.
Ci tengo a chiarire alcune cose, chiarimenti che peraltro ho già dato pubblicamente sulle pagine di questi “signori” così interessati a dare notizie vere da cancellarli immediatamente e bannarmi.
È vero, il 20 aprile ho portato a casa in stallo temporaneo 90 topi.
Andiamo per ordine.
Ci sono le immagini dei topi, tutti assieme, dentro a degli scatoloni.
Sono state scattate la sera stessa, quando ai ragazzi è stato detto che potevano portare via tutti i topi che fossero riusciti a portare in un solo “viaggio” dai piani superiori di quel posto.
Mi pare ovvio ed evidente che fosse impossibile portarli fuori uno per uno, per salvarne il più possibile li hanno messi dentro a delle scatole.
Mi pare altrettanto ovvio ed evidente che nessuno possa avere 90 gabbie in casa così, senza preavviso.
La prima notte l’hanno dunque passata in scatoloni più grandi che sono riuscita a recuperare.
Seguono foto di topini ammassati tutti in una sola gabbia.
Come specificato nelle didascalie che accompagnavano suddette foto, erano stati messi nelle prime poche gabbie che ho recuperato la mattina seguente al fine di andare dal veterinario per una prima visita e per dividerli.
Anche questo è stato decontestualizzato, accusandomi di tenere 30, 40 topi in una sola gabbia. Fosse stato così si sarebbero sbranati tutti a vicenda e sarebbero morti tutti, cosa che non è avvenuta.
Il giorno stesso ho provveduto all’acquisto di parecchie gabbie e sono stati divisi: le femmine in gruppi, i maschi in gabbie singole poiché assieme si picchiano fino ad uccidersi.
Ed infine la foto dello scandalo: il mio bagno pieno di gabbie.
Intanto specifico che nel momento in cui è stata scattata quella foto in ognuna di quelle gabbie viveva un solo topo: le femmine infatti erano già state date tutte in adozione.
Mi è rimasta una sola femmina che, mea culpa, ho sbagliato a sessare, e dunque l’ho scambiata per un maschio e ha avuto 3 cuccioli. Lei e i suoi cuccioli si trovano in una teca 60x70cm, che nella foto non si vede.
Tutti gli altri non sono più in casa mia da tempo: sono andati in adozione singolarmente, previa regolare compilazione di modulo di adozione per ogni singolo topo, controlli pre affido e seguiranno i controlli post affido.
Fintanto che le gabbie sono state in casa mia sono state pulite integralmente due volte a settimana, ogni singolo topo ogni giorno ha ricevuto due cambi acqua (mattino e sera) nonchè cibo idoneo.
Qualcuno ha espresso giusta preoccupazione che i vapori del bagno in caso mi facessi la doccia li infastidissero. Causa trasloco non ho una camera da letto in quella casa da mesi.
Sono mesi che dormo e vivo dal mio ragazzo o dai miei genitori, che abitano rispettivamente a 7 e 3 km da casa mia. Ogni mattina prima di andare in ufficio sono passata a sistemare i topi.
Nessuno ha dunque acceso luci per andare in bagno la notte nè si è lavato o ha utilizzato quel bagno.
Le gabbie erano molte in una sola stanza? Si.
Ma ogni topo ne aveva una intera a sua disposizione, con un corretto cambio di aria: che poi intorno alla sua ce ne fossero altre dieci o nessuna poco gli cambiava.
Dove stavano prima erano ammassate alla stessa maniera se non peggio, in più topi in gabbiette grandi meno della metà delle mie.
Gabbie asettiche, senza nessun arricchimento ambientale, senza nemmeno un nido dove rifugiarsi.
Certo tutti gli esperti che hanno tuonato contro il presunto maltrattamento avvenuto in casa mia sapranno quanta sofferenza crei una detenzione in simili condizioni.
Mi pare evidente che non ci sia stato nessun maltrattamento, ma solo gran lavoro per fare del mio meglio in una situazione di emergenza, e mi pare altrettanto evidente il bisogno di infangare con falsità chi contrasta la vivisezione.
Ho pubblicato volutamente senza privacy quelle foto, per mostrare che non è vero che li abbiamo abbandonati nei campi o uccisi, visto che ci avevano assicurato che tempo tre giorni sarebbero morti tutti.
Sono stata ingenua nel sottovalutare la meschinità di queste persone, che da stamattina mi sommergono di decine di messaggi privati pieni di insulti e minacce di ogni tipo. Avrei dovuto aspettarmelo da gente del genere.
A chi mi accusa di animal hoarding, rinnovo l’invito a contattarmi privatamente e venire di persona a verificare come vivono i miei animali. Basti pensare che la mia criceta (salvata anche lei da maltrattamento) ha una gabbia di due metri per ottanta centimetri.
Avevate bisogno di un mostro da sbattere in prima pagina, bene fatelo a me poco importa: io e tutti gli adottanti e tutti quelli che hanno lavorato duramente per aiutare questi animali sappiamo come e dove stanno.
Mi fa sorridere constatare che persone che trovavano ottimo torturare, uccidere, decapitare trovino aberrante vedere tante gabbie in un bagno e si preoccupino della salute di queste creature, che dopo essere state uccise venivano annotate nel registro di scarico dei rifiuti. Un’ultima riflessione: se a sostegno della vostra tesi vi rimangono solo le menzogne e la gogna mediatica successiva senza diritto di appello, significa i vostri argomenti sono davvero nulli.
Ah, dimenticavo: nessuno si è messo a far riprodurre topi.
Io personalmente ho fatto un errore e mi è nata una cucciolata.
Ma i parti che ci sono stati sono avvenuti nei giorni seguenti la liberazione, poichè sono state liberate varie mamme incinte, che hanno partorito piccoli che non sapranno mai cosa sia un vivisettore.
A questo punto, la LAV esprime pubblicamente la sua piena solidarietà a Giulia, e qualcuno fra gli stessi sostenitori della sperimentazione animale comincia a vociferare che il trattamento riservato da MV alla giovane attivista milanese non sia stato esattamente dei più nitidi e corretti. Ma la cosa veramente interessante è la reazione di Francesco Parmiciano di Federfauna, confederazione sindacale che riunisce associazioni di allevatori, commercianti e detentori a vario titolo di animali già impegnata in iniziative congiunte con Resistenza Razionalista e Pro-Test Italia, che nel suo consueto italiano stentato ammette candidamente la decontestualizzazione delle immagini operata da MV ai danni di Giulia, pur giustificandola sulla base di un “chi la fa l’aspetti” genericamente rivolto ai metodi degli animalisti:
Quindi credo di interpretare chi ha pubblicato queste foto dando del malfattore a chi ha fatto questo, non perché spinto da idiota animalismo, ma perché a voluto proprio far notare che è facile condannare o giudicare chi possiede degli animali, è che magari una foto è un commento cucito ad arte può trasformare tutto, quante volte entrano queste persone accompagnate con i tutori della legge, è magari in quel momento ci sono dei cuccioli in qualche trasportino , o magari sono stati tolti i beverini per poi lavarli è rimetterli, o situazioni che sono provvisorie come quei topi nel bagno, è questi subito assumono un atteggiamento da inquisitori , e senza nessun tipo di considerazione, iniziano a fotografare , a incolpare in mala fede, ha colpi di decreti è leggi tentano in tutti i modi di indurre le forze dell’ ordine ad elevare il massimo delle pene, o addirittura il sequestro
Siamo al 28 giugno: fin qui, Pro-Test Italia è silente. L’associazione si pronuncia soltanto il 29 giugno, con il già citato comunicato stampa nel quale si danno per buoni tutti gli assunti di MV (compreso quello, già smentito da Giulia, che i topi sarebbero stati lasciati liberi di riprodursi incontrollatamente). Non è la prima volta che Pro-Test Italia compila comunicati poco trasparenti, ma quel che è importante sottolineare è che l’intero affaire mediatico è stato costruito su una manciata di fotografie estrapolate dal loro contesto, cui le due parti danno interpretazioni opposte. Stupisce dunque che Nature abbia dato voce, invece che a persone obiettive e preparate, a una pagina facebook che già in passato si è distinta per i suoi toni fascistoidi, e che proprio in questi giorni è impegnata in due iniziative allarmanti e liberticide come la richiesta di abolizione della legge 413/93 sull’obiezione di coscienza per studenti delle facoltà biomediche e la proposta di escludere gli animalisti (anche i minorenni?) dal servizio sanitario pubblico nazionale. Ma Nature, che è una rivista seria, ha immediatamente corretto il tiro dopo le precisazioni addotte dagli attivisti chiamati in causa; gravissimo invece che testate come Il Corriere abbiano dato automaticamente ragione a una parte, ignorando completamente l’altra. Sarebbe questa la dimostrazione di una linea editoriale “liberale”? Che in questo mondo le macchine del fango girino più veloci dell’obbligo di ognuno alla verità è cosa nota, tanto quanto l’evidenza della corsa forsennata al capro espiatorio e alla gogna mediatica, ma questo “spirito dei tempi”, crediamo, non dovrebbe esimere nessuno dall’opporvisi.
